Istat, a maggio +0,5% contro un tasso d’inflazione allo 0,9%
ROMA – A maggio i prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’, ovvero l’insieme dei beni alimentari, per la cura della case e della persona, salgono dello 0,5% su base annua. Lo rileva l’Istat rilasciando le stime preliminari. Seppure in leggera accelerazione a confronto con il dato di aprile (+0,3%) la crescita dei prezzi per questo segmento risulta quasi dimezzata rispetto al tasso d’inflazione generale (+0,9%)
Inflazione a maggio rallenta allo 0,9%
L’inflazione, la crescita annua del’indice dei prezzi al consumo, a maggio rallenta allo 0,9%.
Era all’1,1% ad aprile. Lo rileva l’Istat, diffondendo le stime preliminari. Si torna così ai livelli di gennaio. Su base congiunturale il rialzo si ferma allo 0,1%. Alla base della “lieve” decelerazione, spiega l’Istat, c’è un effetto di rientro rispetto ai balzi dovuti ai ‘ponti’ di aprile. Ma sul dato influisce anche la frenata registrata per i beni energetici non regolamentati, che coincidono in sostanza con i carburanti. A maggio i prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’, ovvero l’insieme dei beni alimentari, per la cura della case e della persona, salgono dello 0,5% su base annua. Lo rileva l’Istat rilasciando le stime preliminari.
Seppure in leggera accelerazione a confronto con il dato di aprile (+0,3%) la crescita dei prezzi per questo segmento risulta quasi dimezzata rispetto al tasso d’inflazione generale (+0,9%).
L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano entrambe di un decimo di punto, rispettivamente a +0,5% e a +0,6%, fa sapere sempre l’Istat. A questo punto l’inflazione acquisita per il 2019 risulta pari allo 0,7%. Riassumendo, l’Istituto di statistica sottolinea come alla base della decelerazione di maggio ci siano “soprattutto fattori stagionali e di calendario nei servizi di trasporto e in quelli della filiera turistica, di segno opposto a quelli osservati in aprile”. Ecco che, ad esempio, i prezzi del trasporto aereo passeggeri passano, su base annua, da +11,0% a +3,1% (-7,4% su base mensile). A ciò si aggiunge il rallentamento osservato per il diesel (da +4,5% a +2,9% in termini tendenziali, +1,2% il congiunturale) e per la benzina, la cui crescita passa da +1,6% a +1,5% in termini tendenziali (+2,3% rispetto al mese precedente).
Pil: Istat rivede, primo trimestre +0,1%, annuo -0,1%
Il Pil italiano nel primo trimestre del 2019 è salito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti mentre è calato dello 0,1% su base annua. Lo rileva l’Istat (dati corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati) rivedendo al ribasso le stime diffuse a fine aprile, quando il Prodotto interno lordo era previsto in aumento dello 0,2% in termini congiunturali e dello 0,1% a livello tendenziale.
La crescita del Pil acquisita per il 2019 (quella che si otterrebbe se i restanti trimestri dell’anno si chiudessero con una variazione nulla del Prodotto interno lordo) è pari a zero, comunica l’Istat diffondendo i dati relativi al primo trimestre, rivisti al ribasso rispetto alle stime rilasciate il 30 aprile, quando la crescita acquisita risultava pari al +0,1%.
Mentre il Pil tendenziale nel primo trimestre del 2019 è tornato negativo (-0,1%) come non accadeva dal quarto trimestre del 2013, rende noto l’Istat nell’ultima stima sul Prodotto interno lordo, in base a dati corretti per gli effetti di calendario.
Pil: bene l’agricoltura, tiene l’industria, male i servizi
Nel primo trimestre dell’anno l’Istat vede in aumento il valore aggiunto dell’agricoltura (+2,9%) e la crescita tiene anche nell’industria (+0,9%). Sempre in termini congiunturali, invece, risultano in calo (-0,2%) i servizi.
Coldiretti, maggior aumento in agricoltura con +2,9%
Con un balzo del 2,9% del valore aggiunto è l’agricoltura tra tutti i settori a far registrare il maggior incremento congiunturale. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei conti trimestrali del Pil dell’Istat che evidenzia anche un aumento su base annua del settore primario dello 0,1%. Le difficoltà dei consumi alimentari interni ancora stagnanti, sottolinea la Coldiretti, sono state compensate dalle esportazioni con il record storico per il Made in Italy agroalimentare all’estero nel primo trimestre dell’anno. Ma sul settore pesa ora l’incognita degli effetti dell’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia in una primavera anomala. In particolare, rileva la Coldiretti, i prezzi degli alimentari freschi crescono il doppio dell’inflazione (+1,8%), visto i pesanti danni nelle campagne. Il risultato è un calo dell’offerta con effetti sulla spesa che deve fare i conti con la variabilità delle quotazioni, ma anche con fenomeni speculativi sui prezzi al consumo che rischiano di innescarsi per colpa delle distorsioni di filiera, a scapito dei cittadini e dei produttori. In queste condizioni, sostiene la Coldiretti, è importante aumentare le attività di controllo per evitare che vengano spacciati per Made in Italy prodotti importati.
FONTE: http://www.ansa.it