In Italia, il valore di alimenti e bevande buttati nel bidone negli ultimi 12 mesi ammonta a 16 miliardi di euro. I prodotti più interessati dal fenomeno sono frutta e verdura. Seguono pane, cipolle e aglio, latte e yogurt, formaggi, salse e sughi. A dirlo è Coldiretti, commentando il rapporto della Fao presentato a Roma il 14 ottobre.
“A livello nazionale – sottolinea la più importante associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana – particolarmente rilevanti sono gli sprechi domestici che rappresentano il 54% del totale. Seguono quelli nel campo della ristorazione (21%), distribuzione commerciale (15%), agricoltura (8%) e trasformazione (2%)”. Lo spreco di cibo nelle case degli italiani ammonta a circa 36 kg all’anno pro capite e vede tra gli alimenti più colpiti verdura e frutta fresca, seguiti da pane fresco, cipolle e aglio, latte e yogurt, formaggi, salse e sughi.
Visto l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti che la questione mette in campo, il problema da affrontare non è solamente etico ma anche economico e ambientale. Coldiretti, però, ha anche rilevato una crescente sensibilità sul tema. Un miglioramento che ha portato il 71% degli italiani a diminuire o annullare gli sprechi alimentari adottando, nell’ultimo anno, strategie che vanno dal recupero in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, ma anche alla richiesta della doggy bag al ristorante e alla spesa a chilometro zero, con prodotti più freschi che durano di più.
I dati mondiali
Dal campo agli scaffali ogni anno viene perso, a livello mondiale, il 14% del cibo prodotto. Gli alimenti più “sprecati” sono tuberi, radici e colture oleaginose (25,3%), frutta e verdura (21,6%), carne e derivati animali (11,9%).
Le regioni in cui questa perdita è più alta sono Asia centrale e meridionale (20,7%), Europa e Nord America (15,7%), Africa sub-sahariana (14%). Il dato totale mondiale (che si attesta al 13,8%) registra un miglioramento rispetto a quello del 2011, che ammontava al 30%.Nonostante questo, la Fao sottolinea che l’obiettivo entro il 2030 è quello di strappare risultati più incoraggianti in campo di sostenibilità alimentare, ostacolando ulteriormente lo spreco alimentare.