Secondo uno studio pubblicato su Plos One con il consumo della spezia piccante cala del 13% la mortalità per malattie cardiache e ictus.
Saranno contenti gli amanti dei cibi piccanti. Il peperoncino rosso (red hot chili pepper) non solo aiuta a dimagrire, ma fa bene anche al cuore: il consumo abituale (almeno una volta al mese) è associato a una riduzione del 13% della mortalità generale, e in particolare per quanto riguarda ictus e malattie cardiache. È la conclusione di una ricerca pubblicata su Plos One condotta dagli scienziati dell’Università del Vermont, negli Stati Uniti. Già un’altra ricerca simile, condotta in Cina su 500 mila persone e pubblicata sul British Medical era arrivata a conclusioni simili, registrando una riduzione del rischio di morte del 14% in chi consuma la spezia.
Studio su 16 mila persone
La ricerca è stata condotta sulla base dei dati raccolti dal National Health and Nutritional Examination Survey (NHANES) III, un’indagine che ha intervistato oltre 16 mila cittadini americani di almeno 18 anni tra il 1988 e il 1996 e poi li ha monitorati per i successivi 18 anni indagando sulla loro alimentazione. In questo modo hanno osservato che la mortalità totale tra i consumatori di peperoncino era del 21,6% rispetto al 33,6% dei non consumatori. Esaminando le caratteristiche principali dei partecipanti è emerso che gli amanti della spezia tendevano a essere più giovani, per lo più maschi, bianchi, sposati, con il vizio del fumo, abituati a mangiare alcolici e a mangiare più verdure e carne, caratterizzati da livelli inferiori di colesterolo “buono” (HDL), con un reddito più basso e meno istruiti rispetto a quelli che non consumavano peperoncino .
I benefici del peperoncino
A che cosa si devono i benefici del peperoncino? Il merito è della capsaicina, il suo principale componente dal gusto piccante capace di innescare la perdita di peso accelerando il metabolismo e in grado di modulare il flusso sanguigno coronarico. Non solo, il peperoncino rosso piccante possiede anche proprietà antibatteriche che possono influire, indirettamente, sulla flora intestinale, e contiene sostanze nutrienti, come vitamina B, C e pro-vitamina A, che contribuiscono ad avere un effetto protettivo. Tutte caratteristiche che porterebbero i consumatori di peperoncino a vivere più a lungo. «Sulla base dei risultati del nostro studio, che confermano i dati ottenuti da ricerche precedenti, potrebbe essere possibile affermare che il consumo del peperoncino o di cibo piccante potrebbe diventare una raccomandazione dietetica», ha commentato Mustafa Chopan, coordinatore dello studio. Gli stessi autori ammettono però che servono altri approfondimenti anche per consigliare un cambio di stile alimentare perché lo studio è osservativo e il meccanismo attraverso cui il consumo di peperoncini potrebbe ritardare la mortalità è tutt’altro che certo.
17 gennaio 2017 (modifica il 4 aprile 2018 | 10:21)
di Cristina Marrone
FONTE: https://www.corriere.it