A spingere l’inflazione ai minimi è anche il calo dei prezzi della frutta nel carrello con una diminuzione dell’1,7% a luglio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che spinge i consumi di un prodotto fondamentale per la salute anche in previsione del ritorno del gran caldo su tutto il territorio nazionale. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti nel commentare i nuovi dati Istat sull’inflazione che scende ai livelli più bassi dal 2016.
Il rischio che la deflazione avvii una spirale recessiva si avverte già nei campi dove gli agricoltori – denuncia Coldiretti – si vedono oggi pagare la frutta, dalle albicocche alle pesche, pochi centesimi, circa il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al di sotto dei costi di produzione, per colpa delle distorsioni lungo la filiera e delle importazioni selvagge di prodotto straniero di bassa qualità spacciato per italiano che invade il mercato provocando squilibri economici.
Con il ritorno delle alte temperature mangiare frutta è – sottolinea Coldiretti – un aiuto al proprio benessere poiché disseta, reintegra i sali minerali persi con il sudore e rifornisce di vitamine l’organismo ma aiuta anche a “catturare” i raggi del sole ed è anche in grado di difendere dalle scottature.
Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione, il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria.
Gli acquisti di frutta e verdura sono una componente fondamentale della spesa alimentare che – rileva Coldiretti – è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi, come ricorda anche Confcommercio, ed è quindi un elemento fondamentale per la ripresa dell’economia.
COLDIRETTI – relazioniesterne@coldiretti.it