Roma, 25/06/2018 – Etichette, U.Di.Con.: “Finalmente eravamo arrivati ad un buon risultato per i consumatori italiani che abitualmente passavano del tempo nelle corsie dei supermercati per leggere la provenienza degli ingredienti di un determinato prodotto – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – la decisione del Ministero dell’Agricoltura e del MISE di rendere le etichette, dal latte alla pasta, dal riso alla salsa di pomodoro, più trasparenti possibili è stata molto apprezzata dagli utenti, che preferivano sapere quali prodotti c’erano sulle loro tavole”.
Il decreto italiano sulla trasparenza delle etichette prevedeva l’obbligatorietà dell’indicazione della provenienza del paese d’origine degli ingredienti utilizzati e del confezionamento del prodotto. Questa decisione forniva maggiori tutele anche ai produttori che sono stati travolti per anni dalle importazioni del riso, ad esempio, dai paesi asiatici, ma anche per mantenere alto il Made in Italy che ancora oggi è inondato da Fake News. La Commissione Europea però ha riformulato il decreto italiano azzerandolo quasi del tutto.
“La decisione di Bruxelles di non voler nazionalizzare i prodotti ha sollevato numerose polemiche tra gli italiani che preferiscono il Made in Italy – continua Nesci – e non possiamo accettare di fare un passo indietro su un traguardo così importante che garantiva la trasparenza, cosa che è sempre mancata. Non basta, quindi, apporre sulle etichette la dicitura “UE” o “non UE” perché i nostri cittadini devono essere informati sui prodotti del loro paese d’origine e queste modifiche limitano la loro libertà di scelta. L’U.Di.Con. in qualità di associazione che tutela i consumatori chiede al Governo che sostenga a Bruxelles la revisione del regolamento europeo in quanto numerose aziende si stavano già adeguando alla normativa nazionale, che è stata apprezzata a gran voce e magari chiede anche la convocazione di un tavolo con le associazioni presenti nel CNCU, per affrontare il tema che si stava definendo positivamente a favore della trasparenza e della tutela dei consumatori. Ritengo che questa volta si possa affrontare, grazie alla stessa linea di pensiero di associazioni dei consumatori e imprese, una battaglia – conclude Nesci – che vede in primis la salvaguardia del Made in Italy e quindi da una parte la tutela dei consumatori e dall’altra la tutela del rischio di impresa”.
COMUNICATO STAMPA – Responsabilità editoriale UDICON
FONTE: www.ansa.it