Da prodotto di nicchia, la specialità calabrese viene adottata anche da grandi chef ed è presente ormai sulle tavole di mezzo mondo.
Nella riscoperta e valorizzazione dei prodotti locali entra a pieno titolo la ‘nduja, destinata fino a pochi anni fa ad una selezionata e riconoscibile nicchia di consumatori, prevalentemente calabresi sparsi in tutto lo stivale. Ma come tante altre prelibatezze semi-sconosciute, anche la ‘nduja sta conoscendo un’ampia diffusione, tanto che (a detta del titolare di una delle più grandi aziende produttrici) più del 50% delle richieste è dovuto al fatto che la primizia originaria di Spilinga (paese in provincia di Vibo Valentia), viene utilizzata sempre più spesso per rifinire le ricercate ricette degli chef di un certo rilievo. Ma non solo, in quanto la ‘nduja è richiestissima anche in Inghilterra (primo paese importatore) ed in paesi come la Germania, la Svezia, il Canada ed il Giappone.
Ma a cosa è dovuto il successo della ‘nduja, alimento dal colore rosso rubino, cremoso, spalmabile e decisamente piccante? Forse proprio dal suo sapore deciso, e non potrebbe essere altrimenti soprattutto per il fatto che viene prodotta con le parti grasse del maiale e con il peperoncino, marchio distintivo della Calabria. La sua ricetta viene tramandata da generazione in generazione e le sue origini approdano fino al lontano momento in cui gli spagnoli scoprirono l’esistenza di una varietà di peperoncino e la adottarono.
Da quel momento l’utilizzo della ‘nduja è stato dei più vari, data la versatilità della prelibatezza. Ideale per dare un tocco di sapore in più a primi piatti, antipasti, bruschette, frittate, verdure è stata recentemente adottata anche sulla pizza, con ottimi risultati. Prerequisito fondamentale per apprezzarla è il non avere nessun tipo di avversione verso il piccante, e superato il primo momento di sorpresa nell’assaggiare un sapore così deciso arriva quello del gradimento per questo prodotto rigorosamente made in Calabria, impossibile da riprodurre altrove.