Come mangiano gli universitari italiani, tra una lezione, un laboratorio e una sessione d’esame? Come (e dove) si nutrono i fuori sede senza gli accudimenti della mamma? Solo hamburger, wurstel, kebab, salse e patatine fritte in un pub di periferia? Un sondaggio internazionale condotto da Sodexo su oltre 4mila studenti in Italia, Cina, India, Stati Uniti, Regno Unito e Spagna ha rivelato che gli italiani non amano affatto il junk food, anzi preferiscono uno stile salutista. Sono fra i più attenti all’alimentazione, secondi nella classifica mondiale degli universitari che mangiano più sano, appena dopo i cinesi. Amano il cibo di origine locale, quello prodotto eticamente, a basso contenuto calorico. Alcuni fanno scelte vegane o vegetariane.
La multinazionale francese che ha condotto la ricerca offre servizi per la qualità della vita in tutto il mondo, compresa la gestione di 31 mense nelle guarnigioni del corpo dei Marines. È presente in 1044 università di 32 paesi.
Lo stile alimentare degli universitari
Per buona parte degli universitari italiani, il 26%, il cibo è un aspetto fondamentale della vita quotidiana. Per più del 60 % è uno stile ma non un’imposizione. Solo l’1% non se ne cura. La metà consuma il pranzo al sacco preparato a casa, il 35% lo fa all’interno delle università. E piuttosto che risparmiare saltando un pasto (10%), preferiscono non uscire con gli amici (43%), abbandonare un hobby (33%) o addirittura non accendere il riscaldamento (13%).
I cinesi i più salutisti
Primi sul podio dei salutisti i cinesi. Ma preferiscono acquistare il pasto e non prepararlo personalmente. Non amano il pranzo al sacco: l’82% mangia all’interno del campus, il 71% paga in contanti nelle mense, il 52% in bar, caffè o ristoranti all’esterno delle università. Terzi gli spagnoli e gli indiani (84%), seguiti dagli americani (80%) e dagli inglesi (78%).
Tutti consapevoli dei benefici del cibo sano
«Non sorprende che i luoghi e il cibo scelto dagli studenti vari in funzione della cultura e delle strutture. Sappiamo quanto diverse siano le abitudini alimentari nelle varie parti del mondo – spiega Franco Bruschi, dirigente di Sodexo – Il nostro sondaggio ha rivelato che meno della metà degli studenti consuma il pranzo all’interno del campus, presso un ristorante, caffè o negozio dell’università. Molti sono consapevoli dei benefici di un’alimentazione sana. Proprio per questo nei locali da noi gestiti in tutto il mondo offriamo la possibilità di effettuare scelte sane, gustose, grazie ai consigli dei nostri esperti».
Mangiare, un investimento sulla buona salute
Il 44% degli studenti sceglie cibi a basso contenuto calorico, equo-solidali, di origine locale e sostenibile, privi di allergeni, anche vegani o vegetariani. Circa un terzo di loro è disposto anche a pagarli di più: i cinesi nel caso di un piatto a basso contenuto calorico, indiani e inglesi per alimenti vegetariani o vegani, gli americani per una ricca insalata, gli italiani per prodotti di origine locale. “Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza, soprattutto nei più giovani, che alimentarsi in modo sano è un importante investimento a lungo termine per il mantenimento di un buono stato di salute – spiega Paola Palestini, docente di Biochimica, coordinatrice del master di Alimentazione e dietetica applicata e membro del presidio della qualità didattica dell’università di Milano Bicocca – E questa nuova consapevolezza non è solo italiana, come ci si potrebbe aspettare in quanto culla della dieta mediterranea e di una biodiversità agricola di alta qualità, ma è presente, anche fra i cinesi e, in percentuale minore, in paesi come gli Usa e l’Inghilterra».
FONTE: http://www.ilsole24ore.com
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