Una moda pericolosa e priva di qualunque fondamento scientifico si sta affermando sempre più tra i proprietari di animali domestici, e sta preoccupando la comunità scientifica. Si tratta di dare all’amato cane o gatto (soprattutto, ma non solo) cibi crudi, acquistati così come sono o in preparazioni chiamate BARF da Biologically appropriate raw food, arricchite con frutta e verdura biologicamente appropriate. Il presupposto è che, essendo i pet animali in origine carnivori, tornare a una dieta con carne cruda sarebbe per loro più naturale e di giovamento, anche se non c’è nessuna evidenza che dimostri questa teoria. Mentre ce ne sono diverse che ne mettono in luce i rischi per gli animali e, soprattutto, per le persone. Tra questi uno appena pubblicato su Royal Society Open Science dai veterinari e microbiologi dell’Università di Zurigo, che svela una realtà molto preoccupante, al punto che anche Science ha dato spazio ai risultati.
Gli autori hanno preso 51 prodotti con cibo crudo a base di manzo, pollo, cavallo e agnello, trovati nei supermercati e nei negozi specializzati, di cui non hanno voluto rendere noti i nomi ma che sono stati prodotti da otto aziende in Svizzera e in Germania, e li hanno analizzati per la presenza di enterobatteri, la grande famiglia che contiene germi quali le salmonelle, le shighelle, l’Escherichia coli e molti altri, la maggior parte dei quali pericolosi per la salute, e hanno trovato risultati definiti “scioccanti”.
Nel 72,5% dei campioni i livelli di enterobatteri eccedevano i limiti considerati sicuri dagli specifici regolamenti europei, nel 4% c’era una salmonella, e nel 63% c’erano batteri resistenti agli antibiotici. In uno addirittura c’era il gene mcr-1, isolato di recente in Cina, che conferisce la resistenza all’antibiotico più prezioso, considerato farmaco ultimo a disposizione per combattere un’infezione dopo che tutti gli altri hanno fallito, la colistina, e per questo utilizzato, nell’uomo, solo sotto strettissima sorveglianza.
Gli autori invitano a prendere speciali precauzioni nel maneggiare questi alimenti, per esempio lavando accuratamente tutto ciò che entra in contatto con la carne cruda, soprattutto se in casa ci sono persone vulnerabili come bambini, anziani o malati, perché il rischio di infezione tra gli umani è alto sia attraverso gli utensili sia per contatto diretto con i pet. Ma diversi commentatori interpellati da Science si spingono oltre e invitano tutti a evitare del tutto questa pratica, ricordando non solo i rischi per gli stessi animali, ma anche e soprattutto quelli per la comunità umana, impegnata nel tentativo di contenere la resistenza agli antibiotici e la diffusione di germi resistenti che, viceversa, questi alimenti possono diffondere tanto tra le persone quanto nell’ambiente. In nome di una moda priva di fondamento.