Agroalimentare: in prima fila Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia e Toscana
Ue: export ha raggiunto i 138 miliardi nel 2017
Da fonti diverse, sia nazionali che comunitarie, provengono dati sul settore agroalimentare.
La Commissione europea sottolinea che “l’export agroalimentare Ue ha raggiunto i 138 miliardi di euro nel 2017, facendo registrare un incremento annuale del 5,1%”, per un valore commerciale di import-export stimato in 255 miliardi, una cifra che rende l’Europa “il più grande esportatore e importatore globale di prodotti agroalimentari”. Le importazioni equivalgono a 117 miliardi, e “l’Unione ha un surplus commerciale di 21 miliardi”. La produzione complessiva del settore agricolo Ue nel 2017 è stimata in 427 miliardi.
Durante un forum sull’internazionalizzazione delle imprese, organizzato da Unicredit a Palermo, è stato sottolineato che la Sicilia è una regione particolarmente specializzata nell’agroalimentare. L’sola – con un contributo al settore agricolo nazionale del 9,3% – si posiziona al terzo posto nella graduatoria delle regioni a maggiore vocazione agricola, dopo l’Emilia-Romagna (10,7%) e la Lombardia (10,6%) e ha 63 prodotti certificati dalla UE, di cui 32 nel comparto “Food” e 31 nel comparto “Wine”. Il recupero delle imprese siciliane del food and beverage – la cui dinamica risulta superiore a quella media dell’Italia – trova conferma nell’analisi di bilancio di un campione di imprese (10.358 imprese per l’Italia, di cui 739 siciliane, che hanno depositato il bilancio negli ultimi cinque anni) che segnalano la buona performance del settore e il recupero della redditività industriale. A certificarlo è l’analisi sul settore Agrifood in Sicilia, realizzata dal Corporate Marketing, Business Strategy & Advisory di Unicredit.
A Firenze, invece, nel corso del workshop dedicato a “Indicazioni geografiche e sviluppo del territorio“, promosso dalla rete rurale di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), con la collaborazione della Regione Toscana, è stato evidenziato come negli ultimi dieci anni i fatturati nazionali delle produzioni agroalimentari che coniugano qualità e territorio (marchi Dop e Igp) siano cresciuti del 70% e l’export, addirittura del 143%. La Toscana ha 89 indicazioni geografiche su 818 (31 del comparto cibo, 58 legate al vino). In Italia le Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) sono 818: di queste 295 riguardano l”area “cibo” mentre la maggioranza (523) è dei marchi connessi al vino. Negli ultimi dieci anni queste indicazioni geografiche sono aumentate del 40% (erano 584 nel 2007). Il fatturato di Dop e Igp è stimato da Ismea in 14,8 miliardi di euro così distribuiti: 6,6 per l’area cibo e 8,2 per quella vino.
Fonte: Conferenza delle Regioni e delle Province autonome