Assessore al Welfare della Regione Lombardia: ‘250 persone in isolamento’
Primi contagiati in Italia. “Sono sei i casi di positività al coronavirus” in Lombardia: lo ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. “Il paziente ricoverato al Sacco sta bene” e la situazione della moglie del primo ricoverato “è positiva”. “Il messaggio che diamo a chi abita in questi paesi è di rimanere a casa – ha spiegato l’assessore Gallera -. Chiediamo di rimanere al proprio domicilio e a chi è stato in contatto con questi casi di chiamare il 112. La situazione è estremamente nuova, particolare per il nostro paese, invitiamo alla calma”.
Ed è risultato negativo al tampone il dipendente della Mae di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), attualmente isolato all’ospedale Sacco di Milano: lo afferma la Regione Emilia-Romagna in una nota. “Nonostante l’esito negativo che attesta l’assenza di infettività secondo il principio della massima precauzione, sono in corso ulteriori ricerche per capire se può essere risultato infetto nei giorni passati”. Con il dipendente della ditta piacentina ha cenato il 38enne lodigiano risultato positivo al Covid-19.
“Stiamo indagando, sono 3 persone che si sono presentate con quadro clinico di polmonite all’ospedale di Codogno, stiamo cercando di capire se ci sono stati contatti con i primi 3 casi”, ha aggiunto la dottoressa Maria Gramegna, dirigente dell’assessorato al Welfare, che ha parlato di sintomi “importanti di polmonite”.
“Ancora non sappiamo da chi si è diffuso il virus, potrebbe non essere da caso zero ma potrebbe anche essere che è guarito. Non abbiamo la certezza di quale sia il caso indice”, ha spiegato l’assessore Gallera. “Abbiamo recuperato il caso indice, tornato dalla Cina il 21 gennaio, ora al Sacco. Ha fatto subito i controlli, sta bene e non ha avuto sintomi, salvo una leggera febbre”, precisa. Come ha precisato anche Maria Gramegna, della direzione generale Welfare, è risultato negativo al test: “Il problema che possa essere negativo il caso indice è che a un certo punto il virus viene eliminato, quando la persona guarisce. Il test quindi potrebbe non trovarlo più”. Per questo motivo i suoi campioni sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità (Iss) a Roma, “per cercare gli anticorpi al virus”. Potrebbe essere, ha aggiunto Gallera, “che non sia lui il caso zero o che sia guarito. Non abbiamo certezza di quale sia il caso zero”.
“A oggi abbiamo un numero cospicuo di persone su cui stiamo intervenendo, a oggi circa 250 persone sono in isolamento e a cui faremo il tampone”, ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.
“I casi segnalati in Lombardia sono i primi che si sono verificati sul territorio italiano e ci fanno entrare in una fase nuova”: così Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma. “Per la prima volta – precisa – siamo passati da casi di importazione a casi di circolazione locale del virus”.
Il sindaco di Codogno, con due diverse ordinanze, ha disposto per il pomeriggio di oggi e per la giornata di domani la chiusura delle scuole e, “almeno fino a domenica”, di tutti “gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, di pubblico intrattenimento ed i luoghi di ritrovo ed assembramento del pubblico” come discoteche, sale da ballo, sale giochi e impianti sportivi. La misura, ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Severino Giovannini, è stata presa in via precauzionale.
Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza è in partenza per la Lombardia. Con lui è anche il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri.
I CONTAGIATI – L’uomo di 38 anni contagiato da coronavirus che è stato ricoverato per primo nell’ospedale di Codogno (Lodi) “è in terapia intensiva, sta meglio di ieri sera, sta leggermente migliorando”, ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.
L’uomo – che nelle settimane scorse sarebbe andato a cena con un collega tornato dalla Cina (ora al Sacco di Milano e il cui test è negativo) – si è presentato ieri al Pronto soccorso. E ci sarebbero altri due contagiati: la moglie ed una terza persona che si è presentata spontaneamente in un ospedale con sintomi di polmonite e che avrebbe avuto dei contatti con il 38/enne.
Secondo quanto ricostruito dai medici che da giovedì lo hanno in cura, il 38enne è andato a correre e poi al lavoro, ha giocato a pallone e ha preso parte a tre cene negli ultimi 4 giorni. L’uomo lavora per una multinazionale che ha una sede a Casalpusterlengo. I sanitari stanno inoltre cercando di ricostruire cosa abbia fatto e chi abbia incontrato in questi ultimi giorni la moglie, che da quanto accertato al momento sembrerebbe però aver avuto meno contatti del marito.
L’assessore Gallera ha spiegato che “sono stati già effettuati tutti gli accertamenti diagnostici necessari sui medici, gli infermieri e i pazienti dell’ospedale di Codogno dove si è presentato il paziente risultato positivo al Coronavirus. Abbiamo tutti i tamponi pronti. Sono già stati messi tutti in isolamento o chiamati a stare in isolamento al loro domicilio. La moglie, i genitori”. Sono una sessantina le persone che sarebbero entrate in contatto con il 38enne: per loro scatterà la quarantena.
Gallera ha anche invitato tutti i “cittadini di Castiglione d’Adda e di Codogno, a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e ad evitare contatti sociali”. L’invito a restare in casa viene fatto anche “a Casalpusterlengo in via assolutamente precauzionale”.
“Al momento non c’è motivo di elevare il livello di allarme in Italia al massimo. Il massimo livello è se si contano molti casi autoctoni in varie parti d’Italia, cioè servono focolai plurimi che si accendono contemporaneamente”. Così il presidente della Società Malattie infettive e tropicali, Marcello Tavio, a ‘Coronaviris – Il punto’ dell’ANSA. “A quel punto non vale più il criterio epidemiologico di contatto con una persona che ha avuto o ha il virus o è stata in un paese ad alto rischio, perché chiunque potrebbe avere il virus, ma siamo ancora fuori da questo scenario”.
GENOVA – Sono quattro i cinesi ricoverati a Genova per verificare l’eventuale contagio da coronavirus. I quattro, padre e tre bambini, sono sotto osservazione all’ospedale San Martino. L’uomo è asintomatico, i bambini hanno qualche sintomo termico e respiratorio. La mamma e l’altro bambino, al momento asintomatici, sono in isolamento al loro domicilio. Lo rende noto la Regione. Loro compongono il nucleo familiare. La settima persona vive in Italia ma al di fuori del nucleo familiare. Questa non è mai stata in contatto con i componenti del nucleo familiare e su di lei non ci sono attenzioni particolari. Era stata associata al nucleo familiare perché in un primo momento risultava residente con la famiglia. Padre, madre e bambini erano rientrati dalla Cina il 15 febbraio da una zona a elevata circolazione del coronavirus.
PIACENZA – La Ausl di Piacenza ha avviato verifiche e controlli anche sul territorio emiliano: il collega rientrato dalla Cina con cui il paziente 38enne è uscito a cena lavora infatti per un’azienda di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza). I controlli servono a verificare gli eventuali contatti dell’italiano rientrato dalla Cina con dipendenti piacentini dell’azienda.
“A scopo precauzionale è stata inviata una squadra sanitaria per il controllo dei lavoratori nell’Azienda Mae di Fiorenzuola”, ha scritto su Facebook il sindaco di Fiorenzuola d’Arda, Romeo Gandolfi. “Il lavoratore di Fiorenzuola rientrato dalla Cina a fine gennaio e identificato dal paziente zero come sospettato 1 – afferma – è attualmente ricoverato all’ospedale di Codogno per accertamenti”. “Nel primo pomeriggio avremo altri aggiornamenti dall’Asl di Piacenza”.
Ed è ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza una donna, sintomatica, collega del paziente positivo al coronavirus alla Unilever di Lodi, spiega la Regione Emilia-Romagna in una nota. Di questa paziente è atteso l’esito del tampone esaminato presso il laboratorio di riferimento regionale del Sant’Orsola.
Per quanto riguarda le due aziende coinvolte, Unilever (dove lavora il 38enne positivo al Covid-19) e Mae spa (dove è impiegato l’amico del lodigiano rientrato dalla Cina), sono già stati attivati i protocolli ministeriali previsti, precisa la Regione Emilia-Romagna. La gestione dell’azienda lombarda (Unilever) è in capo alla Regione Lombardia, mentre la Regione Emilia-Romagna, in pieno raccordo con l’Azienda sanitaria di Piacenza, si sta occupando della Mae. Il dipartimento di Igiene pubblica dell’Ausl piacentina ha già contattato il medico competente della Mae per avviare la vigilanza sui lavoratori dell’azienda, che oggi è stata chiusa prudenzialmente per iniziativa del titolare. Se il dipendente Mae, rientrato dalla Cina il 21 gennaio e già negativo al tampone, dovesse essere negativo anche agli ulteriori accertamenti, l’approccio verrà modificato di conseguenza.
FONTE: https://www.ansa.it/