La provincia di Salerno rappresenta un terzo del territorio campano e racchiude due delle zone più belle di tutta la regione: la Costiera Amalfitana con i suoi piccoli borghi sospesi tra cielo e mare, e il selvaggio Cilento, con il verde del suo Parco nazionale e l’azzurro delle sue coste. Le strade del vino conducono alla scoperta delle tre DOC: Costa d’Amalfi, Cilento e Castel San Lorenzo. Il primo itinerario percorre la Costiera Amalfitana, dove si susseguono scorci mozzafiato e paesi di grandi suggestioni come Amalfi, Cetara, Furore, Positano, Ravello, Tramonti.
In questi luoghi estremi sotto il profilo viticolo le viti sono allevate, spesso a piede franco, in pergole, su arditi terrazzamenti a picco sul mare e sostenute da lunghe pertiche. L’itinerario del vino del Cilento tocca comuni della costa e dell’entroterra, da Agropoli, roccaforte dei pirati saraceni, a Sapri e poi ancora verso l’interno dove la vite spesso incontra l’olivo: i luoghi di interesse paesaggistico e storico sono tanti, basti pensare ai templi di Paestum e agli scavi di Novi Velia. Un terzo itinerario conduce i viaggiatori del vino nel cuore della viticoltura salernitana: la zona di Castel san Lorenzo con le sue colline degradanti sul fiume Calore. Anche qui il turista non resterà deluso.
FURORE (Costiera Amalfitana)
È il momento di lasciare la provincia di Napoli e spingerci verso sul sino al territorio di Salerno. Guidiamo per un’ottantina di chilometri parte dei quali lungo una costa che regala panorami mozzafiato. La prima tappa è Furore, che per la sua particolare conformazione fisico-geografica ha rappresentato sempre una roccaforte inattaccabile, anche al tempo delle incursioni saracene. Il fiordo che la caratterizza è stato nei secoli un porto naturale, nel quale si svolsero fiorenti traffici e si svilupparono le più antiche forme di attività industriali. Il paesaggio qui vale da solo la visita.
MONTECORVINO ROVELLA (Monti Picentini)
Montecorvino Rovella è posta nella verdeggiante oasi dei Monti Picentini, a circa 24 km. da Salerno; conta 12 mila abitanti ed ha una estensione territoriale di Ha 3.000. La sua posizione naturale favorisce un clima meraviglioso. La maggior parte della popolazione Montecorvinese è dedita all’agricoltura, ne eccellono produzioni di olive ed olio extra vergine di primissima qualità, nocciole, castagne, pomodori, cereali e non manca il buon vino
MONTECORVINO PUGLIANO (Monti Picentini)
Frazioni montane del comune che si trova sul monte Corvino sono Pugliano, Santa Tecla, Gallara e Torello, mentre più a valle si trova la frazione di San Vito.
Ancora in collina si hanno le località di Condolizzi, Pendazzi, Santesi, e Sorbo, mentre in pianura, Bivio Pratole e Pagliarone sono le località del comune maggiormente sviluppatesi grazie alla vicinanza della strada statale 18 “Tirrena inferiore”. La flora nel comune di Montecorvino Pugliano è caratterizzata dalla forte presenza di olivi e viti.
Nella frazione di Santa Tecla, che si trova sulla strada che collega Pugliano con Pontecagnano per via Faiano, è presente un bosco di querce (“bosco San Benedetto”), la cui gestione non è affidata all’ amministrazione comunale.
Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Montecorvino, appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d’Italia, ha fatto parte del mandamento di Montecorvino, appartenente al Circondario di Salerno.
TRAMONTI (Tra la Costa di Amalfi – incastonati nel verde di una rigogliosa vallata)
Poca strada ci conduce fino al comune di Tramonti, costituito da tredici piccoli borghi incastonati nel verde di una rigogliosa vallata. Famose le chiese che adornano i paesini della zona, come la Chiesa dell’Ascensione del X secolo, la Cappella Rupestre e il Convento di San Francesco.
AGROPOLI (Cilento)
Continuiamo la discesa verso sud, puntando in direzione Agropoli, la porta d’accesso al Cilento situata nel mezzo del Golfo di Salerno. Qui visitiamo il Castello risalente al sesto secolo da cui godiamo di una magnifica vista sul Golfo, le torri di Tresino, di San Francesco, di Licosa e di San Marco, costruite in tempi antichi lungo la costa come postazioni di avvistamento e difesa. Una sosta la merita anche la Fornace, antica fabbrica di mattoni e bell’esempio di architettura industriale oggi purtroppo abbandonata a se stessa. Infine andiamo a vedere le Chiese del centro cittadino, come la Chiesa Madre di San Pietro e Paolo, la Chiesa di Santa Maria della Pietà e la Cappella dell’Annunciazione.
TORCHIARA (Cilento)
La storia della piccola comunità di Torchiara s’inscrive nella tipologia degli eventi coinvolgenti tutta la Baronia del Cilento con i frequenti passaggi di proprietà da un feudatario all’altro. Nel 1535 l’ultimo principe di Salerno, Ferrante Sanseverino, vendette questo feudo per ducati 5500 a Francesco De Ruggiero di Salerno. Il feudo rimase ai De Ruggiero, attraverso i discendenti, fino al 1598 quando, insieme con quello vicino di Copersito, fu venduto a Marfisia del Vecchio, moglie di Alessandro De Conciliis: rimase in possesso dei baroni De Conciliis nei secoli seguenti fino agli inizi del 1800.
Torchiara ebbe per circa un secolo un prestigioso ruolo amministrativo. Nel 1807, con l’introduzione del codice napoleonico, il Regno delle Due Sicilie fu frazionato in dieci province suddivise in distretti e circondari, strutture di carattere territoriale intermediarie tra la Provincia e i singoli comuni. Per la sua centralità territoriale, dal 1811 a Torchiara fu affidato il ruolo di capoluogo del circondario appartenente al Distretto di Vallo, che riuniva Agropoli, il comune più piccolo, Prignano Cilento, Cicerale, Laureana Cilento, Rutino e Ogliastro Cilento. Caratteristici centri storici di Torchiara e Copersito propongono tipologie edilizie tipiche varie dall’ architettura rurale minore agli edifici nobiliari del XVII-XVIII secolo d.C. ed edifici religiosi del XII secolo d.C., ricchi di elementi architettonici e decorativi, e contenenti importanti opere d’arte.
Tra questi prestigiosi edifici ricordiamo in particolare: il Palazzo Pavone ed il Palazzo Torre (XVIII secolo) all’estremità ovest, la Chiesa del SS.Salvatore (XII secolo) e Torre Mangoni (XVIII secolo) all’estremità est, la Chiesa di S.Bernardino (XV secolo) ed il Palazzo Baronale De Conciliis (XVI secolo) nella parte posta più a sud; mentre per Copersito: il Palazzo De Vita, il Palazzo Albini (XVII-XVIII secolo d.C.), il Palazzo Mangoni ed il Palazzo Siniscalchi all’estremità sud-est, la Chiesa di S.Barbara ed il Palazzo De Feo (XVI secolo) nella zona centrale, il Palazzo De Vita e la Cappella di S.Giuseppe (XV secolo d.C.) all’estremità nord-ovest.
CASTELLABATE (Cilento)
Puntiamo ora all’ultima tappa del nostro itinerario, tornando sulla costa e sul mare da cui eravamo partiti. Siamo in un piccolo comune che fa parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Daino, in un patrimonio mondiale dell’UNESCO. Ai piedi del borgo medievale lunghe spiagge dorate cingono il golfo tra Punta Licosa e Punta Tresino. La macchia mediterranea arricchisce il quadro suggestivo e una passeggiata per il paese e le sue stradine sono il completamento ideale del nostro lungo viaggio.