Siamo un paese strano che dice no all’etichetta a semaforo senza sapere bene cosa sia e che non vuole una tassa sullo zucchero perché penalizzerebbe la Coca-Cola e la Nutella. Ma quando si parla di cibo e nutrizione ci sono altre stranezze che imbarazzano. C’è la favola del pomodoro cinese inventata da Coldiretti, per cui milioni di italiani sono convinti che un pezzetto di polpa rossa asiatica sia presente nella passata o sulla pizza Margherita. Poi c’è la storiella del grano canadese pieno di glifosato usato per i nostri spaghetti anche se le analisi delle Asl dicono il contrario. Un discorso a parte merita l’extravergine importato ogni anno da Spagna, Marocco, Tunisia e Grecia che utilizziamo per imbottigliare l’olio venduto sugli scaffali dei supermercati ed esportato all’estero. Si tratta di quantitativi importanti, pari a circa il 50-60% del totale, ma assolutamente necessari perché la produzione nazionale è largamente insufficiente. Le bufale e le false narrazioni non riguardano solo i prodotti ma anche le etichette. C’è un ministero delle Politiche agricole che, ignorando le leggi europee, propone di indicare l’origine di tutti gli ingredienti, dimostrando di avere idee molto confuse sul funzionamento dei processi produttivi industriali e sulla normativa europea.
Poi c’è il tema dell’obesità che il ministero della Salute ignora da anni o quasi, tant’è che l’educazione alimentare è una materia pressoché sconosciuta nelle scuole, lasciata alla buona volontà di qualche insegnante. Il progetto a livello nazionale portato avanti dal Mipaaf è ‘Frutta nelle scuole’, finanziato dall’Ue, ed è famoso per gli sprechi e le inefficienze. In Italia poi ci sono organismi come il Cnsa, incaricato di elaborare documenti e pareri scientifici su problematiche alimentari indicate dal ministero. Il problema è che riceve pochissimi incarichi, su argomenti il più delle volte marginali e di scarso interesse.
Il Crea, ente alle dipendenze del Mipaaf che ha integrato al suo interno l’Inran, è l’organo che dovrebbe dare risposte sui temi nutrizionali, ma per anni ha svolto un ruolo del tutto secondario, anche se qualcuno lascia intendere che dopo otto anni dovrebbero apparire presto le nuove Linee guida per una sana alimentazione degli italiani. In questa situazione le strane teorie su cibo e nutrizione, come pure le narrazioni addomesticate e le diete farlocche sono all’ordine del giorno online e anche oggetto di promozioni di nutrizionisti spregiudicati. Nessun ministero o autorità scientifica istituzionale osa prendere posizione per smentire le teorie delle lobby, schierate contro tutto ciò che contrasta gli interessi degli associati. Pochissimi gli interventi di censura contro i maghi delle diete che imperversano in televisione.
La realtà è che in Italia su alimenti e nutrizione si può dire ciò che si vuole senza timore di essere smentiti, e si possono impostare campagne di informazione inattendibili senza incontrare grossi intralci. L’unico intervento significativo in controtendenza ha interessato Adriano Panzironi che, dopo avere diffuso per anni la sua dieta in tutta Italia, è stato censurato da diverse società scientifiche e dalle istituzioni per le sue strane teorie. Ma si tratta di una felice eccezione.
La situazione presenta diverse criticità e non si vedono all’orizzonte segnali di cambiamenti. I problemi dell’obesità e della cattiva alimentazione vengono ignorati per non dare fastidio alle aziende, il fronte dell’informazione nutrizionale istituzionale è praticamente inesistente e la politica si limita a difendere a ogni costo il cibo italiano e a rifiutare strumenti ormai adottati in decine di paesi al mondo, come la tassa sulle bibite zuccherate e l’etichetta a semaforo.
FONTE: https://ilfattoalimentare.it