Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla nuova direttiva europea per mettere al bando le pratiche commerciali sleali lungo la catena agroalimentare approvata dal Parlamento Europeo presieduto da Antonio Tajani e seguita fin dall’inizio dal relatore del provvedimento il vice presidente della Commissione agricoltura dell’Europarlamento, Paolo De Castro.
Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un passaggio fondamentale per il futuro del settore agroalimentare europeo che riconosce e combatte azioni commerciali inique e immorali per garantire un trattamento più equo alle piccole e medie imprese agroalimentari. “E’ necessario sanare una ingiustizia profonda – precisa il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini – rendendo più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione senza alcun beneficio per i consumatori”. Per difendere gli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive è tra l’altro previsto – spiega la Coldiretti – la cancellazione delle condizioni capestro, dalle vendite last minute degli ordini ai ritardi di pagamento delle forniture alle modifiche non concordate dei contratti fino ai mancati pagamenti per i prodotti invenduti.
E’ stato introdotto nel provvedimento anche l’anonimato di chi denuncia tali vessazioni e viene data alle associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare le denunce per conto dei propri soci. Da anni ormai il settore agricolo europeo – continua la Coldiretti – chiede una normativa Ue che miri ad affrontare queste pratiche, per una filiera agricola e alimentare più giusta, più trasparente, più equa e più sostenibile in tutta l’Unione, dalla quale ogni operatore possa trarre beneficio, a partire dai consumatori. Si evidenzia del resto che, in alcune circostanze, sotto la forma di intimidazioni e minacce rivolte alle imprese agricole che rivestono nella filiera una posizione di dipendenza economica si nascondono – conclude la Coldiretti – vere e proprie condotte agromafiose.
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