Secondo l’edizione 2018 di Osservatorio Immagino il richiamo all’italianità sui prodotti in Gdo vale 6,3 mld di euro di giro d’affari. Tutti i dati
“Made in italy”, “product of Italy”, “solo ingredienti italiani” e via dicendo… Anche, e soprattutto, nel cibo l’italianità è ancora un valore su cui puntare. Non si tratta soltanto di una suggestione patriottica. A conferma del trionfo incondizionato dell’italianità sulle etichette dei prodotti in GDO c’è l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino, che in una sezione si sofferma proprio sull’impatto di certi claim sui packaging alimentari. Le cifre del 2017 parlano da sé: ammonta a 6,3 miliardi di euro il sell-out delle referenze presentate come italiane. I canali analizzati sono gli Iper e i Super, e i dati di trend confrontano il 2017 vs 2016 e il 2016 vs il 2015.
IL MADE IN ITALY PAGA
Nel 2017, a fronte di 15.362 prodotti che richiamano l’italianità in etichetta (circa il 25,4% dei 60.600 prodotti analizzati), le vendite sono cresciute del +4,5% (circa 274 milioni). Praticamente il doppio rispetto al +2,3% con cui si era chiuso il 2016. Dunque, in media, un prodotto alimentare su quattro riporta in etichetta un richiamo al Made in Italy, che può essere anche una bandiera o un’indicazione geografica riconosciuta dall’Ue (IGP,DOP,DOC, ecc…). E pensare che nel 2017 la percentuale promozionaleper questi prodotti è scesa al 35,1% a valore dal 36,7% del 2016. Nelle due tabelle sotto tutti i dati riassuntivi.
TORMENTONI DA ETICHETTA
Quali sono i claim più inflazionati? Nel podio al terzo posto troviamo la dicitura “100% italiano” (5,2% dei prodotti, formaggi in primis, 7,4% di vendite a valore), al secondo“Prodotto in Italia” (11,5% dei prodotti, 6,9% di vendite a valore) e in testa l’uso del tricolore (14,3% dei prodotti, 13,8% di vendite a valore).
LA MAPPA DELLE REGIONI
Altro aspetto interessante della ricerca sull’italianità riguarda le regioni menzionate in etichetta. Quasi 2.000 prodotti esplicitano, infatti, la loro area d’origine, con il riferimento a sette regioni in particolare: Trentino-Alto Adige (in testa con 672 prodotti), Piemonte, Toscana, Sicilia, Lombardia, Puglia e Campania.
FONTE: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 3, 2018
TRATTO DA: https://www.alimenti-salute.it