Secondo l’ultimo rapporto Eurispes, l’8 per cento della popolazione italiana ha sposato la filosofia crudista. Una filosofia secondo cui cuocere i cibi significa bruciare la maggior parte dei principi attivi in essi contenuti e anche pregiudicarne il sapore. Questo è vero in molti casi, ma non in tutti. Gli eccessi non conducono mai a risultati positivi. Ed è innegabile che alcuni alimenti non possono e non devono essere consumati crudi: se proprio si ha un rifiuto nei confronti dei fornelli, allora bisogna semplicemente bandirli dalla propria dieta. Quali sono? Scopriamoli insieme.
Patate. Gustose e versatili, le patate sono protagoniste in cucina. Si possono friggere, cuocere al forno e al vapore, lessare. Ma guai a mangiarle crude, soprattutto nel caso in cui siano state esposte troppo alla luce del sole e presentino i primi germogli. Il pericolo, per essere più precisi, è rappresentato dalla solanina, un alcaloide presente nelle Solanacee che risulta tossico per l’organismo, cioè provoca forti crampi addominali, bruciore alla gola, mal di testa, vertigini, diarrea, vomito, febbre e, nei casi più gravi, addirittura paralisi. Il processo di cottura riduce le quantità di solanina, rendendola innocua. Se il vegetale resta crudo, rimangono invece anche i suddetti rischi. Oltre alla solanina, bisogna temere l’amido: se troppo, causa gonfiori e meteorismo.
Melanzane. Anche le melanzane appartengono alla famiglia delle Solanacee e contengono abbondanti dosi di solanina: questo il motivo per cui non bisogna mangiarle crude.
Spezie. Dalla curcuma al cumino, dal cardamomo al pepe, dalla paprika alla noce moscata: l’elenco delle spezie è lungo e lo stesso dicasi delle loro virtù. Rendono speciale anche il più semplice dei piatti e fanno bene alla salute. È meglio, però, farle cuocere insieme agli alimenti stessi; non tanto perché altrimenti possono far male, quanto perché così hanno modo di sprigionare tutto il loro profumo e il loro sapore.
Pollo. Alla fine di luglio una donna inglese di 37 anni, che si trovava in vacanza a Corfù, è morta improvvisamente dopo aver mangiato pollo crudo nel ristorante dell’hotel in cui alloggiava. La donna era una triatleta in ottima salute, ma un batterio killer contenuto nel pollo ha scatenato una violentissima infezione intestinale, causando anche la formazione di coaguli di sangue su tutto il corpo che hanno bloccato i vasi sanguigni. Un caso estremo, ma anche la realtà. Tutti sanno che la carne di pollo è ricca di batteri e può causare anche salmonella. In Giappone hanno il raw chicken, è vero. Ma il consiglio resta immutato: il pollo deve essere cotto.
Coniglio. Diciamolo subito: nel caso del coniglio non c’è alcun veto. Si può mangiare anche crudo e ricordiamo che Matteo Baronetto, formatosi alla scuola di Marchesi e per molti anni braccio destro di Carlo Cracco, qualche tempo fa l’ha abbinato al salmone, anch’esso crudo, conquistando numerosi consensi. Resta il fatto che il coniglio crudo faccia parecchia impressione; immaginare di masticarlo, pezzetto dopo pezzetto, non è per niente facile. Magari un abile chef può risultare convincente. Ma deve essere proprio abile.
Mandorle amare. Le mandorle dolci sono buone e salutari; le sorelle amare, invece, contengono acido cianidrico, velenoso per l’uomo: causa mal di testa, vomito, stato confusionale, aumento della frequenza e della profondità degli atti respiratori, perdita di coscienza, convulsioni. I bambini, in caso di avvelenamento, possono persino morire. Ma precisiamo che tutto questo non succede se si ingeriscono due o tre mandorle amare: bisogna superare le 50, il che è praticamente impossibile.
Taro. Parente della patata, anch’esso deve essere cotto. Quando lo si tocca è meglio usare i guanti perché può danneggiare la pelle; inoltre contiene ossalato di calcio, che anestetizza la bocca. Ingoiando eccessive quantità di taro, in più, si rischia il soffocamento e diventa assai probabile la formazione di calcoli renali.
Olive. Ci avevate mai pensato? I vari tipi di olive che consumiamo (e anche molto volentieri) non sono del tutto crudi, bensì trattati in modi particolari, per esempio lasciati in salamoia o sotto sale. Le olive totalmente crude, per intenderci appena staccate dall’albero, sono a dir poco amare a causa della oleuropeina: questo il motivo per cui si sconsiglia di mangiarle crude. Per il resto, non ci sono effetti collaterali di sorta.
Funghi selvatici. Diversi funghi selvatici, anche se non velenosi, contengono sostanze nocive per l’organismo umano. Di conseguenza è opportuno consumarli previa cottura, in modo da neutralizzare le sostanze in questione. Con i funghi, più in generale, bisogna avere sempre massima prudenza: mangiateli soltanto se siete sicuri al cento per cento.
Maiale. La carne di maiale contiene parassiti come la tenia e la trichinosi che, evitando la cottura, attaccano subito il nostro organismo. Il maiale deve essere sempre cotto (anche se c’è un discorso a parte per i salumi): scegliete voi la modalità, ma accendete il forno o i fornelli. E se qualcuno cerca di convincervi del contrario, non dategli retta.
Farina. Alzi la mano chi non ha mai assaggiato l’impasto di una torta o dei biscotti in fase di preparazione: l’abbiamo fatto tutti, è vero. Una ditata non è nociva, ma sappiate che la farina cruda può esserlo, e anche parecchio, a causa degli agenti patogeni (ad esempio l’E.coli) con cui è spesso a contatto durante il processo di lavorazione; tali agenti possono essere debellati soltanto tramite la cottura. E si aggiunga che, come le patate, anche la farina contiene amidi non digeribili che provocano mal di pancia e gonfiore.
Wurstel. Molti sono convinti che, essendo precotti, i wurstel si possano mangiare appena aperta la confezione. Non è così: bisogna cuocerli ulteriormente per evitare il pericolo di contaminazione da listeria. Un pericolo che risulta nettamente superiore nel caso dei wurstel americani, riconducibili ad allevamenti superintensivi.
Latte appena munto. Il latte appena munto è una delizia, inutile negarlo. Ma non è sicuro: spesso contiene batteri nocivi come E.coli e salmonella, che di contro sono eliminati durante il processo di pastorizzazione. Il Ministero della Salute, inoltre, raccomanda di bollire sempre il latte acquistato nei distributori automatici, cioè quello alla spina, che arriva direttamente dagli allevamenti e non è sottoposto a processo di pastorizzazione. Per il latte pastorizzato, invece, semaforo sempre verde.
Fagioli rossi. I fagioli rossi sono fra gli elementi più salutari e benefici donati da Madre Natura, ma bisogna consumarli cotti. In caso contrario, la tossina in essi contenuta, la fitoemoagglutinina, può avere terribili effetti sullo stomaco. Più in generale, tutti i legumi contengono antinutrienti che si disattivano solo tramite l’ammollo e la cottura. Si sconsiglia anche di mangiarli al dente.
FONTE: http://www.agrodolce.it