Aboliti nel 2017, tornano protagonisti con il decreto Dignità. La soddisfazione dei sindacati di rappresentanza degli agricoltori e la delusione dei sindacati dei lavoratori
Un primo miracolo i voucher in agricoltura, aboliti nel 2017 e ora di nuovo in campo attraverso il decreto Dignità, in vigore dallo scorso 14 luglio e che prevede appunto che le imprese agricole e le strutture ricettive fino a otto dipendenti possano utilizzare i voucher “con riferimento ad un arco temporale non superiore a dieci giorni” dalla loro emissione, lo hanno compiuto, mettendo d’accordo tutti i sindacati di rappresentanza degli agricoltori.
L’approvazione delle Commissioni riunite di Finanze e Lavoro della Camera costituisce un passo avanti per l’introduzione dei voucher, strumenti per rispondere alle esigenze di flessibilità sul lavoro alla vigilia della vendemmia, attività che più di altre richiede l’impiego di manodopera spot, non continuativa, ma finalizzata all’attività di raccolta.
Favorevoli…
Con i voucher – calcola la Coldiretti – circa 50mila posti di lavoro occasionale possono essere riportati in trasparenza nelle attività stagionali in agricoltura. “Con il loro ritorno in agricoltura – spiega la Coldiretti – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari erano e restano soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali”.
Non è un caso, secondo Palazzo Rospigliosi, che “il numero di voucher impiegati in agricoltura sia praticamente rimasto stabile dal 2011 in avanti, senza gli abusi che si sono verificati in altri comparti. In agricoltura sono stati venduti negli ultimi cinque anni prima dell’abrogazione poco più di 2 milioni di voucher all’anno, pari all’incirca a 350mila giornate/anno di lavoro.
Il valore complessivo delle integrazioni di reddito cui hanno potuto beneficiare pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati ammonta a circa 22 milioni di euro all’anno, con il Veneto prima regione a utilizzare i voucher, con poco più di un quarto del totale agricolo”, continua la Coldiretti.
Promozione del provvedimento voluto dal ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, anche da Confagricoltura. “I voucher – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – non sono, né possono essere, un sistema per aggirare le norme in materia di lavoro subordinato, ma sono solo uno strumento aggiuntivo in mano alle imprese agricole per gestire, in limitate ipotesi, situazioni che non rientrano negli schemi tipici del lavoro dipendente, bensì di quello occasionale ed accessorio”.
Pollice alzato anche per la Confederazione italiana agricoltori, seppure con sottolineature critiche. “La flessibilità, di cui il settore agricolo ha assolutamente bisogno, malgrado le aperture del governo in tal senso, non sembra essere contemplata dal decreto Dignità” commenta il presidente nazionale di Cia Dino Scanavino. “Questo ci preoccupa, ma ci porta anche a chiedere, con sempre più forza, segnali concreti di revisione di alcune disposizioni che non favoriscono quelle imprese che creano e mantengono l’occupazione”.
Per questo Cia accoglie con favore l’apertura del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio alla reintroduzione dei voucher in agricoltura. “Le ovvie ragioni per le quali i voucher debbono essere reintrodotti – dichiara ancora Scanavino – sono alla base delle richieste di una revisione sostanziale del sistema di pagamento, entrata in vigore il 1° luglio, che obbliga tutti i datori di lavoro, a prescindere dalla tipologia e dalla durata del rapporto di lavoro, a effettuare il pagamento delle retribuzioni attraverso modalità tracciate. Questo crea enormi difficoltà a tutto il settore agricolo, con particolare riferimento a quelle fattispecie di rapporti di lavoro occasionali, stagionali nonché prestati da lavoratori extracomunitari, che richiedono una gestione semplificata”.
… e contrari
Sulle barricate, invece, i sindacati dei lavoratori. Per Ivana Galli, segretaria generale della Flai Cgil, “l’emendamento all’articolo 2, che va ad ampliare l’uso dei voucher in agricoltura e in altri settori, è una vergogna”.
“Altro che favorire i lavoratori – tuona – gli unici che si vanno a favorire saranno quelle imprese e datori di lavoro che potranno nascondersi dietro a un voucher e barattare un lavoro contrattualizzato con un lavoro senza diritti e tutele. Saremo in piazza per chiedere la modifica del testo”.
Sulla stessa linea di rifiuto anche il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota. “Il via libera delle Commissioni Finanze e Lavoro della Camera agli emendamenti sui nuovi voucher è per noi una gran brutta notizia” sottolinea. “L’idea dell’autocertificazione del lavoratore, insieme a quella di estendere il tempo di comunicazione all’Inps, spalmando le quattro ore minime di lavoro previste, rimangono per noi un grave errore. Si rischia di introdurre una controriforma del mercato del lavoro agricolo fatta a colpi di emendamenti. Se il decreto Dignità voleva ridurre la precarietà, con l’ampliamento dei voucher in agricoltura otterrà il contrario”.
Fortemente negativa anche la posizione del segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza. “Diventa chiaro il contenuto del decreto Dignità, che dimostra a tutti i lavoratori agricoli e di altri settori di essere un decreto indegno, che introduce nuovo precariato senza diritti né tutele e che consegna i lavoratori nelle mani di datori di lavoro spregiudicati”.
di Matteo Bernardelli