Spesso nei miei interventi parlo di cultura, di libri, di lettori, di biblioteche. Che cosa c’entrano con il cibo? Come i cavoli a merenda? No, se si pensa che il cibo è cultura. È una delle maggiori fonti di identità di un popolo, insieme alla lingua. La sua produzione è un atto culturale complesso perché coinvolge esperienza, creatività, disponibilità, impegno, comunicazione; è un atto di cura, perché attraverso il cibo aiutiamo i bambini a crescere e gli adulti a vivere in modo sano; il cibo è piacere; l’agricoltura di qualità difende il paesaggio e gli equilibri ambientali. Il discorso del cibo è uno dei principali discorsi dell’umanità, che non si riduce alla elaborazione di una ricetta, più o meno spettacolare. Attorno al cibo, lo sappiamo bene, nascono spesso amicizie, amori e racconti. Ulisse racconta ai Feaci il suo viaggio e la propria nostalgia per Itaca durante un banchetto.
Il discorso del cibo è il discorso della vita.
IL DISCORSO DEL CIBO: PERCHÉ IL CIBO È CULTURA?
“La grande abbuffata” di Marco Ferreri ne è un buon esempio: il cibo entra nelle interpretazioni degli attori, nel senso della loro disfatta esistenziale, nei ritagli di puro piacere. Guardando questo film capisco il cibo e capisco la vita. Se leggo un romanzo di Hrabal dove per alcune pagine mi parla di luppolo e birra, infatti, non è che le altre cento pagine dove non mi parla di luppolo e birra non c’entrino niente con il cibo: il cibo continua a stare lì dietro, fonte primaria di vita, salute e piacere. L’ultimo numero di RFood si apre con un lungo omaggio a Mastroianni, e al cinema di Malle, di Scola, di Camerini.Arte cinematografica e cibo.
Quando ho imparato a sciare il maestro per tante lezioni mi ha insegnato delle tecniche che apparentemente avevano poco a che fare con lo sci. E infatti per un mese non miglioravo, cadevo subito: e disperavo, anche delle capacità del maestro. Poi, come per incanto, improvvisamente mi sono mosso, sono sceso di parecchi metri, ho fatto una curva impeccabile e sono rimasto in piedi.
Sicuri che una mostra di Kandinsky non c’entri nulla con il cibo? Che non ci aiuti a realizzare bene una ricetta? A inventarne una nuova? Per questo scrivo spesso di cultura su “Il Giornale del Cibo”: perché, anche se non esplicito sempre la connessione con il cibo, la connessione c’è sempre.